giovedì 4 marzo 2010

Terremoto naturale e terremoto sociale


E’ un po’ triste cominciare questo blog, che ho in mente da alcuni mesi, raccontando di un terremoto, ma per caso mi è toccato essere qui in Cile in questi giorni spaventosi e difficili.

Valparaiso, 27 febbraio 2010
Valparaiso, patrimonio dell’umanità, con le sue spledide e pittoresche costruzioni dai mille colori, arrampicate sulle colline, a strapiombo sul mare. Valpariso è un po’ meno splendida quando la terra trema e le case di legno, adobe e lamiera cominciano a scricchiolare e continuano a farlo anche quando quegli interminabili due minuti sono finalmente passati.
Quando abbiamo avuto il coraggio di avvicinarci alla finestra ad osservare con preoccupazione il mare, all’improvviso, come se qualcuno avesse schiacciato un interruttore, l’intero golfo, Valparaiso, Viña del mar e Reñaca, sono sprofondate nell’oscurità. E la sensazione di essere nulla in mano alla natura è diventata totale.
Non avevo mai vissuto un terremoto.
L’insicurezza causata dal movimento, dal rumore proveniente dal profondo della terra, da quello della casa che sembra venire giù, da quello dei bicchieri e delle bottiglie che vengono giù veramente, dal buio, dall’impossibilità dai avere notizie per assenza di corrente, dai cellulari che non funzionano, dal pensare che sia tutto finito e invece le repliche cominciano subito e continuano tutta la notte e poi il giorno e poi la notte successiva e ancora non puoi dormire senza soprassalto e sono passati cinque giorni e si dorme di più ma continuano ancora. Ecco. Quell’insicurezza rimane.
Noi abbiamo cercato di esorcizzarla in compagnia di altri marionettisti sabato sera e domenica sera con una varietè di marionette improvvisata. In compagnia e in allegria.
Ma alla signora del negozio all’angolo non ho potuto negare di condividere la sua sensazione di insabilità.

Santiago. Oggi 3 marzo 2010, sono passati 5 giorni dal terremoto ed è l’anniversario del grande terremoto del 1985. Sembra ironia della sorte che due avvenimenti così simili siano successi nello stesso periodo dell’anno a 25 anni di distanza. Dicono che quello dell’85 durò di più, ma ci furono “solo” un 177 morti mentre oggi il conteggio delle vittime è arrivato a più di 800, e sono ancora molti i dispersi. Ma soprattutto venticinque anni fa non seguì al terremoto naturale il terremoto sociale a cui si sta assistendo in questi giorni.
Non so come e quali notizie stiano arrivando in italia perché sui siti internet dei quotidiani e della rai ho trovato solo pochi accenni, ma la percezione che ho io qui, a 500 km circa dall’epicentro, è terribile.
La gente è in preda all’isteria, nelle città più colpite, come Concepcion, Talca, Constitucion, sono stati presi d’assalto i centri commerciali, i supermercati, i negozi di qualsiasi genere. Un commerciante, proprietario di una macelleria, ha raccontato che gli assaltanti non si sono limitati a prendere la carne ma hanno portato via tutto, compresi i frighi, le casse e i computer della contabilità. In altre immagini si sono viste macchine di grossa cilindatra caricate con televisori al plasma e altri elettrodomestici. Ieri in televisione hanno trasmesso l’intervista ad un signore che usciva carico di stoffe da un negozio assaltato insieme al figlio minorenne. La conseguenza è che nelle regioni più colpite è stato istituito il coprifuoco, da ieri esteso dalle 18 del pomeriggio alle 12 del giorno successivo. Ma la follia non si è scatenata solo contro i negozi, in vari luoghi gruppi più o meno organizzati hanno cominciato ad assaltare le case, occupate o meno, e la reazione è stata che la gente si è auto organizzata per la difesa, anche con armi da fuoco. Intanto a Santiago, dove il sisma ha colpito con minore intensità i supermercati hanno ridotto l’orario di apertura e in alcune zone ancora senza luce l’isteria è identica. La gente non dorme per fare la ronda e chiede giorni di ferie per non lasciare le case indifese. Le notizie corrono sul filo del telefono e di bocca in bocca e mentre alla televisione ripetono che non si hanno notizie di assalti nella capitale, la gente assicura che dove vive il cugino o lo zio stanno assaltando. Oggi mi hanno raccontato di un’amica che stava prelevando da un bancomat nella stazione centrale e proprio mentre digitava il codice pin si è fatta prendere dal panico perché ha sentito delle grida e ha visto i negozi che chiudevano. Qualcuno aveva dato l’allarme, del tutto ingiustificato, che arrivava una banda di assaltanti. Non è successo nulla, ma a lei il bancomat ha mangiato la carta e i negozi sono comunque rimasti chiusi.
Intanto la terra continua a tremare, anche con forte intensità, per fortuna io le ultime scosse non le ho sentite ma la città è costantemente sorvolata da elicotteri. Sulle coste più al sud è scattato nuovamente l’allarme tzunami subito smentito ma la gente non si fida e rivive il dramma di sabato quando l’allarme non è scattato. In televisione non si parla d’altro che del mal funzionamento delle comunicazioni tra i vari organismi dello stato, cercando di trovare i responsabili del mancato allarme, ma non ho ancora sentito nessuno parlare di cercare i responsabili dei crolli. Sono crollati innumerevoli edifici nuovi, da poco costriti, sia pubblici che privati, in alcuni, come nel caso di un grattacielo qui a Santiago, che non è crollato ma sta per farlo, alcuni alloggi erano stati venduti solo pochi giorni fa. Il Cile è sismico, lo sanno i costruttori? L’avidità è il male del nostro tempo o lo è sempre stata? Per guadagnare di più si risparmia sui materiali e si va sempre più in alto. E chi ha avuta salva la vita adesso fa i conti con i debiti. Anche nel caso dei commercianti assaltati si fanno i conti con i debiti. Il macellaio di cui parlavo prima ha detto “Chi mi ha rubato rimarrà impunito mentre io finirò in carcere perché non posso pagare i debiti che avevo fatto per aprire e nelle condizioni di adesso non posso neanche più lavorare”. E aveva trenta dipendenti, con trenta famiglie da mantenere.

Intanto nella campagna di Temuco una comunità mapuche, quella da cui proviene la famiglia di Sergio, oggi sta celebrando un guillatùn straordinario. La machi locale domenica ha sognato e ha immediatamente avvisato la comunità che bisognava organizzare la celebrazione al più presto.
Per capirci, il guillatun è un rituale mapuche che si celebra ogni anno per chiedere un buon clima e un buon raccolto. Ogni anno tocca organizzarlo ad una famiglia distinta ma agli altri compete portare regali, cioè carne e alcolici. Mentre la machi celebra il rituale insieme agli aiutanti, danzando e suonando tutta la notte, le donne si incaricano di cuocere la carne, molta carne, che viene poi distribuita alle famiglie, ognuna raccolta sotto la sua “ramata”, secondo dei meccanismi di scambio per me complicati da capire.
Ma domenica la machi ha sognato che questo guillatùn deve essere differente, come quelli di un tempo, una sola grande ramata per tutte le famiglie, carne bollita invece dell’assado, niente posate, niente tavoli ne sedie. Una vera celebrazione di solidarietà e penitenza.

Mentre scrivo c’è stata una nuova scossa, fino a quando durerà?

Per approfondimenti in spagnolo, consiglio:
http://es.wikipedia.org/wiki/Terremoto_de_Chile_de_2010
http://es.wikipedia.org/wiki/Terremoto_de_Santiago_de_1985

2 commenti:

  1. un abbraccio forte da qui.. facci avere notizie presto!
    Sil

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  2. GUAU bIANCA...ME ENCONTRE CON ESTA HERMOSA SORPRESA...MUCHISIMAS GRACIAS!!!!!!!!!!!!!
    BESOS ENORMES....ESPERAMOS VERLOS PRONTO!!!!!
    QUE DISFRUTES DE TU ESTADIA EN CHILE, DISFRUTA DE LAS COSAS SENCILLAS...

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