venerdì 12 marzo 2010

Strane coincidenze


Strane coincidenze

Giovedì 11 marzo 2010
Ad ascoltare certe voci catastrofiste ci sarebbe davvero da credere al fatto che in questo momento qualcosa di grosso si sta preparando per il nostro pianeta. Movimenti tellurici sempre più forti e ravvicinati, tempeste di neve in Europa a metà marzo, raffiche di vento fuori dal normale nel Mediterraneo, ma mi viene poi da pensare che molto dipende dall’importanza che i mezzi di comunicazione danno agli eventi per distorcere la nostra percezione e magari mettere in relazione fatti che nulla hanno a che vedere. Mi ricordo chiaramente che quando ero bambina un anno, in Italia, nevicò ad aprile. Magari in quello stesso periodo in altre parti del mondo avvennero fenomeni naturali altrettanto strani o straordinari ma ero piccola e la stampa internazionale, e la stampa di alcun genere credo, non richiamava ancora la mia attenzione e così non mi venne la paura da fine del mondo che invece sta assalendo alcuni in questo momento.
Quello che è certo è che certe coincidenze sono proprio strane.
Questa mattina, a quasi due settimane dal grande terremoto del 27 febbraio, è avvenuto il cambio di governo, dalla presidenta Bachellete al neo eletto Piñera. Dopo vent’anni, cioè dal referendum che mise fine alla dittatura militare guidata dal generale Pinochet, la Concertazione (la coalizione di coverni di centrosinistra) lascia il posto alla destra. E proprio mentre ciò avveniva tre forti scosse di cui una superiore a 7 gradi e di durata superiore al minuto, scuotevano nuovamente il paese generando una nuova allerta tzunami. E panico e paura, ovviamente.
La cerimonia nel palazzo del Congresso di Valparaiso è continuata come se nulla fosse anche se molte delle 1200 persone che vi assistevano, molte delle quali rappresentanti di governi stranieri, un po’ di paura ce l’hanno avuta e non hanno perso tempo a lasciare il palazzo una volta terminato il tutto.
Io stavo uscendo dalla doccia proprio nel momento in cui c’è stata la prima forte scossa, per me terremoto, e Sergio mi ha fatta uscire in mutande per ripararci sotto l’arco della porta. In un attimo mi sono ritornati i giramenti di testa che mi hanno accompagnato dopo il 27 e che solo negli ultimi giorni erano spariti e anche la sensazione di precarietà e instabilità. Ma una volta passato lo spavento e ritornata un po’ di tranquillità mi sono ritrovata ad osservare con interesseciò che stava avvenendo intorno al cambio di governo. Una lunga giornata di festa, cominciata con le preghiere alla Vergine, seguita dalla cereimonia al Congresso in Valparaiso con cantanti pop, ex miss universo e facce note della televisione accanto a principi, presidenti e ministri stranieri a dare il loro saluto al nuovo presidente. Poi il giuramento dei ministri, voli in elicottero per tutto il Cile centrale, una nuova entrata trionfale a Santiago, il discorso di insediamento declamato da un balcone del secondo piano della Moneda, davanti alla folla di sostenitori imbandierati e foto con il nuovo gabinetto e le mogli dei ministri (e i mariti delle ministre*?), mentre la nuova first lady trovava il tempo di cambiarsi d’abito almeno tre volte.
Intanto in luoghi poco distanti un’altra parte del paese in lacrime salutava la presidente uscente, prima donna e per giunta socialista, alla guida di un paese latinoamericano, e sempre poco distante prestavano giuramento i nuovi senatori e deputati, in un Senato a maggioranza di centrosinistra e in una Camera dei Deputati dove dopo vent’anni tornano ad esserci dei rappresentanti del Partito Comunista. Strane coincidenze davvero.
Povero Piñera ad assumere il compando proprio mentre la terra continua a tremare o forse fortunato Piñera per avere una scusa perfetta per rimandare o cancellare direttamente le promesse fatte in campagna elettorale. Un indizio? Tutti i discorsi della giornata sono stati per il terremoto, per gli eroi, per le vittime, per la ricostruzione, neanche il più piccolo accenno alla politica fuori dall’emergenza.
Bianca

* 6 ministre e 16 ministri

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